Memorie canarine - Il caso Rosetta
Rosetta, l’arbitro Garbieri e Mazzoni, in Modena-Juventus 1-2 del 4.1.1931 |
30 novembre 1923. Il calcio federale in Italia si stava ricomponendo
ed aveva lasciato già alle spalle un campionato dopo la riunificazione susseguente
all’esperienza del C.C.I., e subiva sempre più l’attacco del movimento dei Calciatori
Liberi. Il campionato 1922-23 era stato vinto per l’ottava volta dal Genoa,
mentre la città Modena, con la Villa d’Oro, si fregiò per la seconda volta del
titolo nazionale dei “Liberi”, dopo l’affermazione dei Giovani Calciatori
Modenesi.
Uscito dal periodo bellico e dalla stagione di massimo
splendore calcistico dovuto all’AMA di Claudio San Donnino, il Modena ricreò i
suoi ranghi attorno a Pippo Forlivesi, calciatore di fama nazionale, a cui
vennero aggiunti tutti gli elementi autoctoni affermatisi nelle varie
competizioni federate che si erano susseguite dopo la nascita dell’U.L.I.C. per
volere di Maranelli. La Modena calcistica tutta era cresciuta alla scuola di
quel grande campione che si chiamava Attilio Fresia, che era morto qualche mese
prima per problemi polmonari.
Il 30 novembre 1923 giunse questo telegramma nella sede del
Modena:
La Presidenza della
Lega Nord, dissentendo unanime dalla delibera presa dal Consiglio Federale,
tenente a creare un succedaneo alla lista di trasferimento (unico documento che
per norma statutaria disciplini attualmente il passaggio dei giocatori), specie
quando si intendesse dare effetto retroattivo a tale delibera che contrasta coi
vigenti Statuti delle singole Società affiliate;
constatato che il Juventus FC,
facendo giocare domenica 25 corrente il sig. Rosetta, ha contravvenuto alla
delibera della Presidenza della Lega Nord, che teneva in sospeso la richiesta
del sig. Rosetta, domandandone l’esame e la risoluzione al Consiglio della Lega
Nord, unico Ente che, da termini di Statuto, possa deliberare in materia di
passaggio di giocatori;
delibera di sospendere l’omologazione della
gara emarginata e di proporre al Consiglio della Lega l’accoglimento del
reclamo del Modena FC, sporto appunto per la partecipazione del sig. Rosetta a
tale gara nelle fila del Juventus FC, dando conseguentemente partita vinta al
Modena per 2 a 0.
Il 25 novembre precedente si era disputata a Torino la gara
tra Juventus e Modena, e con gran stupore – e forse un pizzico di malizia – i
dirigenti modenesi non poterono credere ai loro occhi quando seppero che la
Juventus schierava, contro tutti i regolamenti federali, un nascente asso
pallonaro: Virginio “Viri” Rosetta. La partita ebbe un prologo: la gara doveva
essere diretta dal signor Venegoni di Legnano, ma non presentandosi, si decise
di affidarla (come era possibile in quei momenti) ad un arbitro torinese, il
signor Gera, che dalle cronache “fece il possibile per essere imparziale”.
Probabilmente al Modena e ai suoi dirigenti, tra cui figurava il Prof. Luigi
Casini, allora vice-presidente federale, interessava poco il metro di giudizio
arbitrale, consci di stare assistendo ad un match il cui risultato sul campo
(vittoria juventina per 1-0 con rete di Pastore) era del tutto ininfluente. Ed
in effetti, non appena terminata la gara, i dirigenti canarini presentarono
nelle mani dell’arbitro il reclamo per l’irregolare posizione del calciatore
vercellese, ora bianco-nero.
Luigi Casini |
Era un calcio diverso, nel quale le gerarchie non erano
ancora state sovvertite dal “metropolitanismo”. La Juventus, complice l’arrivo
nella sua dirigenza dell’avvocato Edoardo Agnelli nel mese di luglio 1923, non
voleva lasciare nulla di intentato per vincere il campionato. Il Modena era una
realtà provinciale, in un calcio nel quale il predominio genoano-vercellese
stava per essere interrotto definitivamente (il Genoa avrebbe vinto in quella
stagione il suo nono ed ultimo scudetto): al momento della gara, giocatasi il
25 novembre, il Modena si trovava al secondo posto nel girone A della Lega
Nord, ad un punto dal Genoa capolista, ma con una gara da recuperare contro
l’Internazionale.
In merito a questa gara, giova sottolineare un altro
aneddoto. L’incontro contro i nerazzurri
era stato disputato a Milano, sul campo di Via Goldoni, il 14 ottobre precedente,
e sul campo era stata vinto dai milanesi grazie ad una rete di Cevenini III.
Tuttavia il Modena sporse reclamo per errore tecnico arbitrale in quanto il
direttore di gara accordò una punizione di seconda per un fallo per il quale il
regolamento prevedeva un calcio franco. Il reclamo fu (horribile dictu al
giorno d’oggi) accettato.
Si trattava però degli ultimi fuochi di un calcio ancora
impregnato del rispetto fiscale delle regole e di un supposto dilettantismo di
base. Già nel 1926, con la carta di Viareggio, si ebbe il superamento
dell’ormai formale dilettantismo del calcio e si spianò la strada ad un ormai
ineluttabile trasformazione professionistica dell’intero movimento federale.
Liberamente tratto da “Modena F.C. 1912-2012”, Artioli
Editore
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