28 mar 2014

La fondazione del Modena F.C. (II Parte). L’Associazione Studentesca.

La seconda parte della storia della fondazione del Modena F.C. riguarda i primi passi dell’Associazione Studentesca del Calcio, la squadra creata su impulso di Luigi Ventura, studente di Ingegneria nativo di Bisceglie. Quello che verrà pubblicato è il frutto della ricerca mia, di Gilberto Guerra e di Alessandro Simonini ed è servito come base per il primo capitolo del I volume del libro Modena Football Club 1912-2012 (a cura di Filippo De Rienzo, Gilberto Guerra e Alessandro Simonini) edito nel maggio del 2012 da Artioli Editore per il centenario del club. In quella sede per ragioni di spazio non tutto era stato pubblicato, ora approfitto di Parlandodisport per pubblicare una versione riveduta e corretta di quelle pagine, arricchita con alcune trascrizioni dei testi originali dei giornali e, possibilmente un più vasto apparato iconografico. 
Se gli exploit dei ginnasti della Panaro furono assolutamente sporadici e quelli dei ginnasiali della Virides troppo poetici per portare alla crescita del movimento calcistico a Modena lo stesso non si può dire dell’attività dell’Associazione Studentesca del Calcio, che del 1910 alla nascita del Modena F.C. rappresentò la città nelle competizioni calcistiche regionali.
Il primo verbale di assemblea dell'Associazione Studentesca. Era il 20 gennaio 1910.
Il primo verbale di assemblea dell’Associazione Studentesca. Era il 20 gennaio 1910.




L’Associazione Studentesca del Calcio fu fondata, nel gennaio del 1910, principalmente per merito di Luigi Ventura, detto “Papagni”, studente originario di Bisceglie e appassionato footballer che, vuole la leggenda, per primo portò un vero pallone di cuoio a Modena. Insieme a lui, a promuovere l’attività della società era Ugo Mariani, altro studente dell’Istituto Tecnico che forniva al neonato club la maggior parte dei giocatori. La sede era presso il Cafè Violi in Viale Vittorio Emanuele, il campo da gioco, prima nella zona di Viale Tassoni ( più o meno dove adesso sorge la Stazione delle autocorriere ), fu spostato per non infastidire i residenti in Piazza d’Armi. Le maglie erano rosse e il nome della società veniva abbreviato dagli appassionati locali e dai giornalisti in ASM, mentre fuori città aveva preso campo il nome AC Modena, con omissione del riferimento alla natura di studenti dei componenti la squadra. L’associazione fu effettivamente costituita, con la lettura dello statuto statuto, il 20 gennaio 1910, quando già da alcune settimane i primi footballers si allenavano nei prati e nei parchi cittadini. Come presidente fu nominato Donato Ventura, fratello di Luigi, affiancato da Valentino Arangio Ruiz, in veste di segretario e Dionisio Scardovi e Mario Mori quali consiglieri; il fondo cassa era di L. 19,10.

L'atleta olimpico Massimo Cartasegna. Giocò nel 1910 con l'ASC di Modena e nel primo dopoguerra fu arbitro federale.
L’atleta olimpico Massimo Cartasegna. Giocò nel 1910 con l’ASC di Modena e nel primo dopoguerra fu arbitro federale.


Il passo successivo fu la ricerca di un campo: dopo aver vagliato varie ipotesi, grazie all’interessamento fattivo del Presidente della Panaro, Avv. Pacifico Levi, i ragazzi dell’Associazione Studentesca del Calcio ottennero dai vertici militari cittadini l’utilizzo del Campo di Marte, l’area verde prospiciente la caserma dell’artiglieria campale. Con il vulcanico Papagni come direttore tecnico e capo supremo, l’allegra combriccola di studenti puntò da subito in alto. Invece di affrontare la Virides di Fioravanti, per saggiare le proprie forze, dopo due soli mesi di allenamento svolti nell’area di Piazza d’Armi oggi occupata dal vecchio Palazzo dello Sport, sfidò un avversario “foresto”, la  Vis et Virtus di Mantova. La decisione fu presa, però, solo dopo che nei ranghi erano entrate alcuni nuovi giocatori, studenti universitari fuori-sede reclutati dal Ventura, con precedenti esperienze calcistiche in realtà più avanzate.  Tra questi (Braga Camillo Luigi, Dal Bianco Guido, Beccherini Bruno) spiccava sicuramente il torinese Massimo Cartasegna, olimpico di mezzofondo a Londra nel 1908, appassionato di calcio con alle spalle qualche partita quasi seria in varie squadrette piemontesi, e a Modena come studente universitario. Il 13 marzo 1910 un undici in maglia rossa tenne a battesimo la prima partita di calcio “semi-ufficiale”, non estemporanea, insomma amichevole ma non troppo, mai disputatasi a Modena.

Articolo del Panaro sulla prima partita amichevole dell'Associazione.
Articolo del Panaro sulla prima partita amichevole dell’Associazione.


Per l’ASCM scesero sul Campo delle Manovre, anche detto Campo di Marte, Ventura Donato in porta; Dal Bianco e Sgarbi terzini; Mariani, Scardovi, e Braga mediani; Ventura Luigi, (capitano), Beccherini, Cartasegna, Reggiani e Zanasi Canzio in attacco. I mantovani, in maglia bianco-nera risposero con Modena; Gallazzi e Michielotto; Tappa, Delaiti (capitano) e Guvi; Tugola, Camporese, Soresina. Muratori e Carpi. Arbitro era Valentino Arangio Ruiz, studente di Modena e sodale dell’Associazione Studentesca. Il match finì 1-1 e vi assistette un buon pubblico cui si dovette raccomandare però di te­nersi lontano dalla linea di campo per non intralciare il libero svolgersi della ga­ra. I mantovani, più rodati giocarono d’insieme, i rossi dell’Associazione ci misero l’ardore e qualche buona individualità e pareggiarono nella ripresa. Dopo la partita Ventura e i suoi portarono gli avversari al Bar Nazionale e gli offrirono una bicchierata.Il dado era tratto, non si sarebbe più tornati indietro. Ventura e Mariani contattarono quelli di Bologna, che avevano già una squadra da tempo, e li convinsero a mandare a Modena la squadra riserve. Mentre fervevano gli allenamenti per la partita, che bisognava dimostrare ai bolognesi che anche a Modena si sapeva giocare al football, il Mori, che coi piedi era lofi, ma sapeva far bene di conto, andò a caccia di supporters con un po’ di grana in “bisaca”.

Fu così che il 4 di aprile l’Associazione rimescolò un po’ le cariche sociali e diede il benvenuto a un paio di sportsman pieni di soldi come il tenente Claudio San Donnino, che fu gratificato della carica di Presidente Onorario, e il ragioniere Enrico Donati, della facoltosa famiglia israelita dei Donati, con più di una conceria e più di un parente banchiere, come vice-presidente. Per rimescolare un po’ le carte e perché anche la cultura voleva la sua parte a Presidente si promosse l’Arangio Ruiz, Valentino, figlio del Costituzionalista Gaetano professore alla facoltà di Giurisprudenza. I footballers incassarono, comprarono qualche pallone in più e continuarono ad ascoltare Papagni che rimaneva direttore tecnico. Con un altro mese di allenamento alle spalle, la voglia di fargliela vedere e qualche nuovo elemento in squadra l’Associazione scese in campo il 10 aprile contro le seconde linee del Bologna. Il cielo era per metà nuvoloso, intorno all’aguzza Ghirlandina, per metà chia­ro e percorso da sfilacciature di nubi bianche verso la cinta daziaria. Il campo era pieno di pozzanghere, e dava ai presenti 1’idea più di una caccia alle folaghe che non di una partita di calcio. I bolognesi, che ne avevano già viste di tutti i colori, si buttarono all’attacco, come a cercar di dimostrare la loro superiorità e segnarono subito con Pessarelli, poi continuarono a sparecchiare contro Biciocchi, il nuovo portiere, da tutte le direzioni, ma il fortino tenne, e alla fine i bolognesi, stanchi, furono sorpresi alla mezzora dal prode Paolino Reggiani che si buttò testa bassa in una mischia ad anticipare il portiere Bragaglia. La ripresa fu un assolo modenese: Beccherini, su un rigore piuttosto dubbio, Secchi dopo aver scartato mezza difesa avversaria e ancora Beccherini, al volo su cross di Pederzini, chiusero i conti sul 4 a 1. La netta superiorità guadagnò al giovanissimo club modenese la possibilità di sfidare la successiva domenica, sempre al Campo delle Manovre, la prima squadra rossoblu.

Ancora il Panaro sulla partita tra l'ASC e il Bologna II.
Ancora il Panaro sulla partita tra l’ASC e il Bologna II.


Luigi Ventura in una caricatura del 1912 di Mario Vellani Marchi.
Luigi Ventura in una caricatura del 1912 di Mario Vellani Marchi.


Il 17 aprile una Associazione Studentesca composta di  Rovina, Dal Bianco e Cartasegna; Mariani Ugo, Scardovi e Zanasi Canzio; Ventura, Beccherini, Secchi, Reggiani, e Braga, scese in campo alle 3 del pomeriggio contro un Bologna in dieci uomini per  l’assenza di un terzino. I campioni emiliani di IIIa Categoria schierarono Orlandi e Mirto; Nanni, Della Valle e Arnstein; Gradi,  Mezzano, Bernabeu, Rauch-Louis e Donati. Davanti a un pubblico enorme che non lesinò fischi agli ospiti, i bolognesi si portarono subito avanti per 2 reti a 0 contro un’ASC incapace di replicare. Verso il 40’ gli animi si surriscaldarono. Un giocatore rossoblu sparò verso la rete difesa da Rovina dalla distanza, il pallone destinato a finire sul fondo fu deviato da un bambino nella rete modenese. Apriti cielo! L’arbitro Brivio di Verona, socio dell’Hellas, convalidò il goal e i modenesi, capitan Ventura in testa, presero a contestare la decisione seguendolo per tutto il campo. Brivio fu irremovibile e il primo tempo si concluse sul 3 a 0 per i bolognesi. La ripresa vide un’ASC più gagliardo accorciare le distanze dopo una pressione che costrinse gli uomini di Arnstein, e di Antonio Bernabeu fratello del futuro fondatore del Real Madrid, Santiago, allora studente al Collegio Spagnolo di Bologna, nella loro metà campo. La speranza non era morta quando di traverso si mise nuovamente l’arbitro: Reggiani dopo un’azione confusa in area bolognese raccolse un pallone vagante e segnò il goal del 2 a 3 quando mancavano appena 9 minuti al fischio finale. Mentre i modenesi esultavano si udì un fischio dell’ineffabile Brivio: fuorigioco, il goal è annullato. Fioccarono le proteste, Brivio fu circondato ma ancora una volta non ritornò sui suoi passi e mantenne ferma la decisione. Avendone avuto abbastanza Papagni raccolse i suoi e li condusse fuori dal campo ritirandoli dalla contesa. Brivio assegnò la vittoria al Bologna e si diresse in stazione tra una marea montante di fischi e improperi. I bolognesi  e i modenesi si riunirono al Caffe Cacciatori dove fu offerto agli ospiti, da parte della Virides e della A.S.C.M., un son­tuoso rinfresco. Nei giorni successivi il diplomatico Arangio Ruiz fece sapere, per smorzare le polemiche, di accettare il verdetto dell’arbitro. Dello stesso avviso non fu invece Ventura che ritenendo la partita nulla per errore tecnico lanciò una nuova sfida ai bolognesi che non accettarono, ritenendosi giusti vincitori. Il clou stagionale si era consumato ma rimanevano ancora un paio di appuntamenti degni di nota. Il 24 aprile venne in città il Reggio FBC e fu preso a pallonate dai ragazzi di Ventura: 6 a 1, solito aperitivo e almeno questo derby lo si era vinto.  Arrivò anche il momento della sfida ai bianchi della Virides. L’associazione schierò le riserve che persero di schianto 3 a 0. In quella occasione fu inaugurato il nuovo “Campo dei Giochi” davanti alla Chiesa delle grazie tra Porta San Francesco e Porta Sant’Agostino. All’evento intervennero numerose autorità: per il prefetto il cav. Barani; per il sindaco il cav. Monelli; per l’U­nione Sportiva il sig. Giliberti; per la Società Corse sua ecc. il sig. Tito Giovanardi, con signora; l’as­sessore G. Agazzotti; per la :Camera di commercio il cav. Pio Vecchi; per la Società Panaro il direttore Vecchi; il cav. Tincani, R. Provveditore agli Studi; l’ispettore Segala; il prof. San­ti per il Liceo San Carlo. L’8 maggio sul campo del Te la prima squadra dell’Associazione fu invece sconfitta dalla Vis et Virtus di Mantova che restituì rinfresco e ospitalità.

La prima pagina de "Il Football", organo ufficiale della FIGC in cui si da notizia dell'avvenuta affiliazione dell'ASC ai ranghi federali, necessario preludio per la partecipazione ai campionati di III, II e I categoria. Il documento è stato fornito dallo storico di calcio lombardo Nicola Pascale.
La prima pagina de “Il Football”, organo ufficiale della FIGC in cui si da notizia dell’avvenuta affiliazione dell’ASC ai ranghi federali, necessario preludio per la partecipazione ai campionati di III, II e I categoria. Il documento è stato fornito dallo storico di calcio lombardo Nicola Pascale.


L’occasione per la rivincita si presentò ben presto ai rossi di Ventura sotto forma di un torneo a inviti e iscrizioni organizzato per volontà del munifico San Donnino. Sotto il patrocinio dell’US Modenese, la maggiore società sportiva modenese nel campo del ciclismo, del motociclismo e del pugilato, fu organizzato un programma di corse motociclistiche, da tenersi nella pista dell’Ippodromo, che avrebbero visto alla prova importanti nomi del motorismo italiano quali Messori,  Gardellin, Tabacchi,  Fontana, Morisetti, Masini, Rastrelli, Mascetti, Ambri,  Maffeis,  Taylor, Manarinì, Tirelli e Cavani. Nell’intervallo tra le gare si sarebbe svolto il Torneo “challenge” Coppa San Donnino, in palio una artistica coppa d’argento opera della Ditta Masi che la espone nei giorni precedenti le gare nella vetrine del proprio negozio di via Emilia. L’imprenditore Ermete Galli costruì una provvisoria staccionate di chiusura per il campo all’interno dell’ippodromo in cui si svolsero le partite. Il biglietto d’ingresso per tutte le manifestazioni fu fissato in £. 0,50 e il posto in tribuna a £. 1,50. Per un improvviso ritiro della Vis et virus di Mantova alla fine si disputarono il torneo la prima e la seconda squadra dell’Asscoazione Studentesca, la Virides e la Robur et Virus di Reggio Emilia. Il primo match vide opposte la prima squadra dell’ASC con Zanasi Silvio, Sgarbi e Folli; Zanasi Canzio, Pederzini e Mariani; Boni, Scardovi, Reg­giani, Levi e Cartasegna e la Virides con Comini, Cattania e Solmi; Anceschi, Rebucci e Maffei; Vaccari, Zibordi, Bertacchini e Gambigliani. Il match si disputò tra i fischid egli spettatori, in massima parte intervenuti per assistere alle gare motociclistiche e per nulla interessati al foot-ball.

Il trafiletto contenente la deliberazione di affiliazione della FIGC. Si noti come il nome del club è riportato in maniera erronea come Associazione STUDENTINA del calcio.
Il trafiletto contenente la deliberazione di affiliazione della FIGC. Si noti come il nome del club è riportato in maniera erronea come Associazione STUDENTINA del calcio.


Stanco per l’andazzo il prof. Fioravanti ritirò i suoi “bianchi” quando erano sotto per 3 a 0 e giurò che da lì in poi la Virides avrebbe disputato solo match amichevoli a inviti senza nulla in palio. L’incontro tra le riserve della Studentesca e la Robur et Virtus finì con un 4 a 0 che non ammetteva repliche. Nella seconda dei rossi, che in porta schierava il quindicenne Benassati, esordirono il fratello di Ugo Mariani, Luca e il terzino Ruini, all’ala c’era uno dei fratelli Vaccari, Francesco, il centravanti era il promettente Guido Colli. L’età media della formazione era di sedici anni e si preferì non far disputare la finale fratricida ai giovanissimi della seconda squadra… Nel frattempo, il 9 maggio la Federazione Italiana Giuoco Calcio deliberò positivamente sulla domanda di affiliazione presentata dall’Associazione: era l’ingresso di Modena nel calcio che contava…



Sunto dell’attività agonistica dell’Associazione Studentesca del Calcio – Modena per il 1910 (solo I squadra)
Associazione Studentesca del Calcio Modena – Vis et Virtus Mantova 1-1, Modena, Campo delle Manovre (Campo di Marte ), 13 marzo 1910
ASSOCIAZIONE STUDENTESCA DEL CALCIO MODENA: Ventura D.; Dal Bianco, Sgarbi; Mariani, Scardovi, Braga; Ventura L., Beccherini, Cartesegna, 
Reggiani, Zanasi C.. All.: Ventura.
VIS ET VIRTUS MANTOVA: Modena A.; Gallazzi, Michielotto; Taffa, Delaini, Guvi; Cugola, Camporese, Soresina, Muratori, Carpi. All.: Modena.
Arbitro: Arangio Ruiz di Modena
Marcatori:
ASC Modena: ?
Vis et Virtus Mantova: ?
Note: prima partita dell’Associazione Studentesca Calcio
Associazione Studentesca del Calcio Modena-Bologna II 4-1 (1-1), Modena, Campo delle Manovre (Campo di Marte), 10 aprile 1910.
ASSOCIAZIONE STUDENTESCA DEL CALCIO MODENA: Bicciocchi; Sgarbi, Dal Bianco; Pederzini, Braga, Mariani; Scardovi, Ventura L., Beccherini, 
Reggiani, Zanasi C.. All.: Ventura.
BOLOGNA II: Bragaglia; Chiara, Palmieri Pietro; Calzolari, Sandoni, Bac¬chetti; Sostegni, Serraglia, Pessarelli, Zi¬ni, Palmieri.
Arbitro: Arnstein di Bologna
Marcatori:
ASC Modena.: Reggiani (40’, 73’) Beccherini (rig. 65’), Secchi (70’)
Bologna: Pessarelli (5’)
Associazione Studentesca del Calcio Modena-Bologna 1-3 (0-3), poi abbandono del Modena all’81’, Modena, Campo delle Manovre (Campo di Marte), 
17 aprile 1910.
MODENA: Rovina; Dal Bianco, Cartasegna; Mariani U., Scardovi, Zanasi C.; Ventura L., Beccherini, Secchi, Reggiani, Braga. All.: Ventura.
BOLOGNA: Orlandi; Mirto; Nanni, Della Valle, Arnstein; Gradi, Mezzano, Bernabeu, Rauch-Louis, Donati.
Arbitro: Brivio di Verona
Marcatori:
ASC Modena: ? (?’)
Bologna: ? (15’), ? (?’), ? (45’)
Note: il Bologna scende in campo in 10 uomini. All’81’ l’ASC Modena abbandona il campo per protesta contro una decisione dell’arbitro Brivio 
che non concede una marcatura di Reggiani. Successivamente Luigi Vrntura, capitano del ASC Modena, chiese al Bologna di concedere un retour
match che i cugini rifiutarono ritenendosi legittimi vincitori.
Associazione Studentesca del Calcio Modena-Reggio FBC 6-1, Modena, Campo delle Manovre (Campo di Marte), 24 aprile 1910
ASSOCIAZIONE STUDENTESCA DEL CALCIO MODENA: Zanasi S.; Del Bianco, Pederzini; Vicini, Braga, Mariani U.; Zanasi C., Scardovi, Beccherini, 
Secchi, Ventura. All.: Ventura.
REGGIO FBC: Rovina; Manzotti, Mironi; Mazzi, Ghizzoni, Borghi; Beggi, Pellizzi, Vacondio, Rossi, Pietri.
Arbitro: ?
Marcatori:
ASC Modena: ?
Reggio FBC: ?
Vis et Virtus Mantova-Associazione Studentesca del Calcio Modena 2-0, Mantova, Campo del Te, 8 maggio 1910
VIS ET VIRTUS:All.: Modena.
ASSOCIAZIONE STUDENTESCA DEL CALCIO MODENA:
Arbitro:
Marcatori:
Vis et Virtus Mantova:
Associazione Studentesca del Calcio Modena- Virides 3-0 ritiro, Modena, Campo ?, 15 maggio1910
ASSOCIAZIONE STUDENTESCA DEL CALCIO MODENA: Zanasi S.; Sgarbi, Folli; Zanasi C., Pederzini, Mariani U.; Boni, Scardovi, Reg¬giani, Levi, 
Cartasegna. All.: Ventura.
VIRIDES: Comini; Cattania, Solmi; Anceschi, Rebucci, Maffei; Vaccari, Zibordi, Bertacchini, Gambigliani
Arbitro:
Marcatori:
ASC Modena:
Note: gara di semifinale della Coppa San Donnino. La Virides scede in campo con soli 10 uomini.
 
da “Modena F.C. 1912-2012″, a cura di Filippo De Rienzo, Gilberto Guerra, Simonini Alessandro, Modena, 2012, 
Artioli Editore. 

La fondazione del Modena F.C. (I Parte). La Panaro e la Virides.

Barriera Vittorio Emanuele subito dopo la memorabile nevicata del 1909.
Barriera Vittorio Emanuele subito dopo la memorabile nevicata del 1909.



Tra esattamente 10 giorni il Modena Football Club festeggerà il 102° anniversario della sua fondazione, ho pensato di festeggiare l’evento con una serie di articoli riguardanti i tribolati primi anni del calcio a Modena e, in particolar modo, i due anni e mezzo, dal gennaio 1910 all’aprile 1912, che portarono alla fondazione del sodalizio che, ancora oggi, e dopo tanti anni, tiene alto il nome della città a livello nazionale. Quello che verrà pubblicato è il frutto della ricerca mia, di Gilberto Guerra e di Alessandro Simonini ed è servito come base per il primo capitolo del I volume del libro Modena Football Club 1912-2012 (a cura di Filippo De Rienzo, Gilberto Guerra e Alessandro Simonini) edito nel maggio del 2012 da Artioli Editore per il centenario del club. In quella sede per ragioni di spazio non tutto era stato pubblicato, ora approfitto di Parlandodisport per pubblicare una versione riveduta e corretta di quelle pagine, arricchita con alcune trascrizioni dei testi originali dei giornali e, possibilmente un più vasto apparato iconografico. 
 
Panaro e Virides.
E’ opinione comune che il calcio sia assurto al rango di sport preferito degli italiani nel 1930, quando la nazionale guidata da Pozzo, vertice massimo del movimento calcistico italiano e fiore all’occhiello del regime mussoliniano, vinse due allori mondiali. Quasi tutti gli studiosi del fenomeno calcistico italiano concordano nel ritenere che fino a quel momento il calcio, ridenominazione tutta italiana del foot-ball impostasi a partire dagli anni ’10, venisse nel cuore degli italiani dopo il ciclismo e gli sport motoristici. Se questo è l’assioma ormai incontrovertibile con cui qualsiasi studioso della storia del calcio inizia un’opera a carattere generale sulle vicende del football nostrano, si può tranquillamente dire che esso non regge alla prova empirica della ricerca nelle biblioteche. Almeno, non regge per quanto riguarda Modena e per almeno due ordini di motivi. Primo: a Modena lo “sport” di gran lunga più seguito dai cittadini era l’attività colombofila, variante sanguinosa del tiro a piccione compresa; secondo: non appena le partite di football presero ad avere cadenza regolare e a impegnare le stagioni autunnali e invernali, sino alla primavera se le cose giravano bene, tutte le altre attività sportive passarono in secondo piano. Certo la passione per il Giro d’Italia rimase altissima, come nel resto d’Italia, ma già da metà degli anni 10 con le iscrizioni delle squadre della città e della provincia ai primi campionati federali, il football la faceva da padrone nelle cronache giornalistiche per gran parte dell’anno.

A Modena la passione per il football si diffuse a partire dal 1903 quando la Società Ginnastica Panaro, nell’ambito dell’annuale saggio ginnico, fece disputare sul proprio campo, in Via Ricci, una gara dimostrativa di calcio. Il fatto non deve sembrare insolito: in opposizione ai pochi club metropolitani nati per emulazione del modello inglese, fondati da inglesi residenti in Italia ( Genoa Cricket and FootBall Club, Milan Cricket and Football Club, Anglo-Panormitan Football Club ) e iscritti alla Federazione Italiana Football ( FIF, che diventerà nel 1909 FIGC ), le prime squadre provinciali videro la luce, a Udine come a Cuneo, a Vercelli come ad Alessandria, sotto l’egida di società sportive storicamente attive nei campi della scherma, del podismo e, appunto, della ginnastica. Modena in questo senso non fece eccezione, nel senso che, appunto, l’attività calcistica fu tenuta a battesimo da una delle più gloriose società di ginnastica italiana, tuttavia la squadra della Panaro non andò mai oltre sporadiche partite dimostrative e non si iscrisse mai all’allora importante torneo calcistico per società di ginnastica organizzato annualmente dalla FGNI ( Federazione Ginnastica Nazionale Italiana ) in competizione con i tornei della FIF. Terminate dunque queste prime esperienze, il testimone della passione calcistica a Modena fu raccolto dagli studenti degli istituti superiori cittadini e dagli universitari che furono i veri e propri fondatori della tradizione calcistica geminiana.

A dare il via alle fondazioni dei club studenteschi fu il Liceo Classico Muratori: su impulso del professor Fioravanti i ginnasiali Muratoriani diedero vita alla Virides, dalla maglia bianca e col campo da gioco in Porta Sant’Agostino di fronte alla Chiesa delle Grazie, squadra dalla storia effimera che ebbe però il merito di stimolare gli studenti dell’Istituto Tecnico e dell’Università e i liceali dell’altro Liceo Classico cittadino, il San Carlo, che nel giro di qualche tempo fondarono  rispettivamente l’Associazione Studentesca Calcio dai colori rossi e l’Audax FC, dai colori bianconeri. La Virides, a dirla tutta, non era un club calcistico, un football club, ma piuttosto la sezione modenese della Federazione Nazionale Scolastica per l’Educazione Fisica, e cioè, nei fatti, una piccola società che si occupava, nel dopo-scuola, di diffondere lo sport e le attività ludiche tra gli studenti del Liceo. Le attività erano le più disparate e andavano dalle camminate verso le Salse di Nirano  con annesso pranzo all’Albergo Leon d’Oro in Sassuolo a quelle più propriamente sportive tra cui, manco a dirlo, spiccava la ginnastica. Accadeva quindi che tra un salto al cavallo e una prova al corpo libero il Fioravanti lasciasse sfogare i puelli, quasi tutti del Ginnasio, facendoli correre dietro una palla, non ancora di cuoio, ma pur sempre una palla. Due dritte sulle regole che erano ben conosciute a tutti i ginnasti e si iniziava la mischia, perché di tattica nessuno ne sapeva niente. Era il maggio del 1909 e Modena era un paesone di 65.000 abitanti, di cui poco meno della metà all’interno delle vecchie mura, 80.000 vacche e 60.000 maiali. Eppure era una città povera, poco o punto industriale, con un fortissimo tasso di emigrazione e uno sproposito di morti all’anno per dissenteria, difterite e .. colera. I gatti dei signori mangiavano più carne dei cristiani in carne e ossa, più ossa che carne a dire il vero, e quindi non c’era da stupirsi se la città e la provincia avevano il triste primato italiano per la mortalità infantile, il 18 e 28% rispettivamente, nel primo anno d’età. Chi sopravviveva alla decimazione, abbondante, lavorava i campi e di fare sport non ne voleva proprio sapere. Lo sport era lo svago delle classe agiate, non solo degli aristocratici, ma anche e soprattutto dei borghesi di città, dei borghesi delle professioni e dell’apparato burocratico statale. Andavano di moda gli sportsman, avvocati e imprenditori, professori e ingegneri che ogni stagione si invaghivano di uno sport nuovo. A cavallo degli anni ‘10 nella Modena ancora stretta nelle sue mura, esplose il football. Esplose tra gli sporstman ma soprattutto esplose tra i loro figli che, ancora studenti, iniziarono a praticarlo in massa: alla Virides, seguirono altre squadre, tra cui la Società Patria, l’Unione, la Pro Modena, la Pro Mutina, il Mutina e lo Junior Football Club, tutte radicate in uno degli istituti scolastici cittadini, spesso l’espressione di una sezione, di una classe, della quarta ginnasiale piuttosto che della quinta, ma solo due prosperarono e si imposero tra il 1910 e il 1912, l’Associazione Studentesca del Calcio e l’Audax Football Club.


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  Diviso in 4 parti, l’articolo del 1910 della Provincia che ad oggi costituisce una delle pochissime prove dell’esistenza in vita della Virides e del genere di attività che svolgeva. Una passeggiata a Maranello, condita da  pranzo, brindisi e poesie in dialetto.


da “Modena F.C. 1912-2012″, a cura di Filippo De Rienzo, Gilberto Guerra, Simonini Alessandro, Modena, 2012, Artioli Editore.





 

INCROCI PERICOLOSI Modena-Spezia

INCROCI PERICOLOSI

Modena-Spezia
Sono stati 27 gli incontri al Braglia tra canarini e bianco-neri liguri, con il Modena a farla da padrone con 16 vittorie, 8 pareggi e 3 sconfitte, 48 reti segnate e 16 subite. La prima gara fu giocata oltre 20 anni fa, l’11 febbraio 1923 (2-0). Due anni dopo, il Modena forse più forte di sempre, ospitò i liguri il 1 febbraio 1925. La partita fu risolta da una doppietta di Winkler. A fine stagione il Modena non riuscì a centrare la qualificazione per lo spareggio con il Bologna, mentre gli spezzini si ritrovarono relegati all’ultimo posto della classifica.

XII. Modena-Spezia 2-0 (1-0), Modena, Campo di Viale Fontanelli, 1 febbraio 1925
MODENA: Brancolini; Boni, Scacchetti; Dugoni, Scaltriti, Pedrazzi; Breviglieri I, Winkler, Storchi, Mazzoni, Forlivesi. All.: C.T. (Casini-Parisi-Ferrari).
SPEZIA: Bartolozzi; Caiti, Tognotti II; Meoni, Venzano, Collina; Cometo, Guidoni, Rossetti II, Gallotti, Pagani. All.: Violak.
Arbitro: Salvagni di Venezia
Marcatori:
Modena: Winkler (44’, rig. 62’)
Note: esordio per Storchi Giovanni. Angoli: 4-3 (1-2)

Bartolozzi anticipa Mazzoni.


Nel campionato 1950-51, dopo la delusione della mancata promozione nella stagione precedente, il Modena cercava di prendersi la rivincita, contendendo la promozione a Spal e Legnano. Il 1 aprile 1951 al Comunale scesero i bianconeri, che però quel giorno non trovarono gloria. Il Modena regolò largamente l’avversario tenendo accesa la speranza di poter raggiungere le squadre al comando.

XXX. Modena-Spezia 6-0 (3-0), Modena, Stadio Comunale, 1 aprile 1951
MODENA: Ghezzi, Corradi, Braglia; Sentimenti VI, De Giovanni, Neri; Marinelli, Manenti, Giovetti, Menegotti, Barbieri. All.: Senkey.
SPEZIA: Fabbri; Moretti, Mocca; Sgobbi, Bertoni II, Macchi; Fiumi, Malavasi, Ragazzo, Pozzo, Frugali. All.:Bertoni.
Arbitro: Marchese di Napoli
Marcatori:
Modena: Manenti (32’, 41’, 68’, 71’), Menegotti (34’), Sentimenti VI (85’)
Note: pomeriggio primaverile e rettangolo di gioco soffice. Spettatori: 3.500 ca.

Nel corso della stagione 1994-95, dopo la retrocessione in C1 i canarini si trovarono con problemi tecnici e societari crescenti. La gara contro lo Spezia del 12 marzo 1995 si presentava come un crocevia verso la salvezza. Pur giocando in modo approssimativo il Modena si trovò in vantaggio quando il 90’ era già ampiamente scoccato. Nei minuti di recupero successe l’imprevedibile: lo Spezia approfittò di due errori incredibili della difesa canarina e ribaltarono il risultato. Oltre all’esonero di Tomeazzi (a sua volta subentrato a Mazzola), quel risultato aprì la strada verso una (seconda) retrocessione disastrosa.

XXIV. Modena-Spezia 1-2 (0-0), Modena, Stadio Alberto Braglia, 12 marzo 1995
MODENA: Bandieri; Bertoni, Ferrari; Bosco, Valentini, Mobili; Modelli, Campedelli (61’ Ballanti), Lorenzini, Pellegrini, Paolino (81’ Mezzetti). All.: Tomeazzi. A disp.: Piraccini, Bonfiglio, Corellas.
SPEZIA: Menghini; Nincheri (59’ Cecchini), Affuso; Sabbadin, Vecchio, Cappelletti; Labardi, Tricarico, Zian, Dalla Costa, Castelli. All.: Onofri. A disp.: Pizzoferrato, Mosca, Bambini, Costi.
Arbitro: Bertini di Arezzo.
Marcatori:
Modena: Pellegrini (rig. 56’)
Spezia: Vecchio (93’), autorete Mezzetti (95’).
Note: spettatori paganti 1016, per un incasso di 15.375.000, più 470 abbonati (quota 11.605.833).
Espulsi: Valentini al 37’ e Dalla Costa all’83’ per doppia ammonizione, Mobili (M) all’85’ per proteste. Ammoniti: Bosco, Lorenzini, Nincheri, Castelli. Angoli: 7-4.

Gli ex
PORTIERI (2): Paolo CASTELLI, Paolo PIZZOFERRATO.

DIFENSORI (10): Nicola BAMBINI, David CAPPELLETTI, Sergio CASILLI, Marino D’ALOISIO, Augusto DI MURI, Emer FRANCESCHI, Agostino GAROFALO, Pier Antonio TORRONI, Euro ZAMBARDA, Marco ZAMBONI.

CENTROCAMPISTI (15): Giuseppe ANACLERIO, Paolo BORELLI, Cristian CAMPEDELLI, Massimo CECCARONI, Roberto CHIAPPARA, Davide DI GENNARO, Ettore FABBRI, Pietro GARAU, Vito GRIECO, Massimiliano LAZZONI, Federico MORETTI, Paolo PONZO, Massimo SCOPONI, Cristiano SCAZZOLA, Fabiano SPEGGIORIN.

ATTACCANTI (16): Paolo ANDREOLI, Sergio BERTONI, Marco BILONI, Alessio BROGI, Andrea CATELLANI, Andrea CECCHINI, Giovanni CONSOLE, Davide DIONIGI, Gian Paolo FACCHINETTI, Federico GIAMPAOLO, Evaristo MALAVASI, Stefano OKAKA CHUKA, Fabrizio PROVITALI, Giancarlo ROFFI, Ivan VECCHI, Marco VERONESE.

ALLENATORI (4): Ezio GALBIATI, Ferruccio MAZZOLA, Janos NEHADOMA, Paolo STRINGARA.


Le gare del 29 marzo
Tredici le gare giocate in questa data: 4 vittorie, 5 pareggi e 4 sconfitte. 13 reti segnate, 17 subite.
1925: Hellas Verona-Modena 3-3
1930: Genova 1893-Modena 2-2
1936: Modena-Foggia 2-1
1942: Modena-Lazio 1-0
1953: Modena-Genoa 0-0
1959: Novara-Zenit Modena 3-1
1964: Catania-Modena 1-0
1981: Prato-Modena 1-2
1986: Fano-Modena 1-2
1987: Modena-Triestina 0-0
1992: Lucchese-Modena 1-0
2008: Modena-Pisa 0-0

2009: Cittadella-Modena 4-0

Liberamente tratta da “Modena F. C. 1912-2012” Artioli Editore.

25 mar 2014

Quando gli uomini portavano i baffi

Favoriti, a manubrio, a penna, a spazzolino, i baffi sono da sempre simbolo di virilità: intimoriscono e seducono, separano i generi meglio di una quota rosa e dividono il mondo tra presente e futuro.
Bellinazzi, il 'BAFFO'
Bellinazzi, il ‘BAFFO’

Un uomo i baffi li ha o vuole averli. Uno che li aveva era Roberto Bellinazzi da Caorle, centravanti classico, di lotta e di bombarda, del Modena di Galbiati. Arrivato a Modena nell’ottobre 1974 conquistò il pubblico del Braglia già alla sua terza presenza, realizzando la rete del successo di misura sulla Massese. Ben presto si dimostrò attaccante dalle qualità superiori, completo e capace di andare a rete in tutti i modi. Scaltro e rapinoso in area, fortissimo di testa nonostante la statura media, tirava indifferentemente con entrambi i piedi e inquadrava la porta da qualsiasi posizione. Poi, soprattutto, aveva i baffi: un paio di Chevron folti e irsuti che facevano da pendant perfetto alla chioma ricciuta e ispida e gli conferivano un aspetto da vero e proprio Attila dell’area di rigore. Fu una mezza rivoluzione, un cambiamento epocale perchè erano decenni che non si vedeva un baffo al Braglia. Qualche anno prima, a cavallo tra i ’60 e i ’70 qualcuno aveva sporadicamente sfoggiato un paio di baffi, ma erano baffi anemici e radi, quasi da sembrar posticci, come quelli di Gibellini e Mazzoli, oppure avevano avuto vita troppo breve come il bel “mezzo manubrio” di Vellani nella sua ultima stagione canarina (1971). Era, quello, un bel baffo nero, sufficientemente curato, ma aveva il difetto di adornare un volto scarno di un giocatore dal fisico mingherlino, un terzino solido e tenace, veloce e lottatore, ma pur sempre un terzino.
Duilio 'Gable' Setti
Duilio ‘Gable’ Setti

C’era stato, è vero, anche il giovane baffo di Paolo Conti, futuro portiere da Nazionale, ma era stato un pelo di passaggio, un mustacchio destinato a lasciare il segno altrove. Poi basta; non un baffo negli anni ’60, gli anni di “fatti mandare dalla mamma” in cui anche il terzino più rude aveva il volo glabro come quello di un bambino; non uno nei ’50 quando i canarini erano squadra di onesti lavoratori, sempre in ordine, figli della guerra. Per trovare un baffo degno di nota bisogna risalire agli anni ’30, quando il prodigioso terzino Duilio Setti sfoggiava un bel paio di baffetti alla Clark Gable. Era un bel tipo quel Setti, un terzino possente e tecnico che amava l’opera e avrebbe vinto due scudetti con l’Ambrosiana-Inter di Meazza, ma non fece scuola e accanto a lui la squadra era soprattutto formata giovani canarini implumi, più tecnici che arrembanti, cui i baffi sarebbero cresciuti, forse, in altre piazze. Ma i baffi ci furono, eccome se ci furono, negli anni ’10, nel Modena che declinava il suo nome come Foot-Ball Club, il Modena dei fondatori e dei pionieri. Erano i baffi di Ventura, l’uomo venuto da Bisceglie con il primo pallone di cuoio, baffi neri su pelle olivastra, o quelli del veneto Zorzi, che alternava i baffi a penna agli ormai desueti baffi a spazzola, oppure quelli accennati di Secchi, di Raffaldini, di Mariani. Sembrava che tutti avessero i baffi. I più belli però, i veri antesignani di quelli di Bellinazzi, furono i baffi di Atiilio Fresia, il più forte giocatore che abbia mai vestito la maglia canarina.
I baffi quasi umbertini di Atillio Fresia
I baffi quasi umbertini di Atillio Fresia

Aveva un paio di baffi perfetto il Fresia, folti neri e spessi, con un finale ricurvo che minacciava di trasformarsi in un “Umberto I” da antologia. E poi era forte, fortissimo, toccava la palla come nessuno, segnava e faceva segnare, era il centravanti perfetto. Baffi a parte il Bellinazzi era di tutt’altra pasta: uno spadista più che un fiorettista, un centravanti da “sburlonate” più che un fine dicitore. Ma non si tirava mai indietro e non si tirò indietro neanche quel 1 giugno del 1975 quando il Modena primo in Serie C ospitò per la quartultima di campionato l’Empoli di Ulivieri, tranquillo a metà classifica. Non stava bene quel giorno “Baffo-gol” Bellinazzi, mancava da due settimane per una seria forma di orecchioni che lo aveva colpito alla vigilia della gara con la Lucchese e aveva saltato anche la partita di Novi Ligure, persa malamente dai gialli che avevano così visto ridotto il loro vantaggio sul Rimini a soli due punti. Andò in campo privo di allenamento e giocò male, sprecò una grande occasione da rete e si prese un giallo per proteste, ma lottò come un leone, noncurante dei mugugni che si accentuarono quando a 3 minuti dalla fine l’empolese Bonaldi trovò il gol del definitivo 2-2. Non era uomo da rassegnarsi Bellinazzi e lo dimostrò la settimana successiva a Livorno quando segnò la terza rete nel 3-1 che spinse i gialli a un passo dalla Serie B. Ce ne vorrebbero anche oggi di baffi così, in un Modena che di virile ha poco e nulla,palesemente privo di una identità tecnica e di voglia di lottare fino alla fine. Arriva di nuovo l’Empoli al Braglia, e le parti sono invertite, con i toscani in piena zona promozione e i canarini nel mezzo dell’ennesimo anonimo campionato di Serie B: sperare non costa nulla e non è mai troppo presto per farsi crescere i baffi.
1.6.1975. Modena-Empoli 2-2. Spingardata di Baffo-gol Bellinazzi
1.6.1975. Modena-Empoli 2-2. Spingardata di Baffo-gol Bellinazzi


XXXV. Modena-Empoli 2-2 (1-0), Modena, Stadio Alberto Braglia, 1 giugno 1975
MODENA: Geromel; D’Amico, Matricciani; Bellotto, Gibellini (25’ Mazzoli), Piaser; Colombini, Ragonesi, Bellinazzi, Zanon, Gravante.
All.: Galbiati.
A disp.: Bandieri, Boscolo.
EMPOLI: Testa, Saccoccio, Scarpellini; Radio, Zanutto, Lenzi; Biliotti (70’ Londi), Novellino, Bressani, Farinelli, Bonaldi.
All.: Ulivieri.
A disp.: Mori, Palmo.
Arbitro: Esposito di Torre Annunziata.

Marcatori:

Modena: Zanon (34’), Colombini (58’)
Empoli: Saccoccio (50’),Bonaldi (86’)
Note: terreno in buone condizioni, tempo afoso. Spettatori 7.500 ca. di cui 5.909 paganti per un incasso di L. 14.459.000. Ammoniti Colombini e Bellinazzi per proteste e Biliotti per gioco scorretto. Angoli: 6-3 (3-1). Negativo il sorteggio antidoping.

Classifica alla XXXIV
Modena  47
Teramo  45
Rimini  45
Classifica alla XXXV
Modena  48
Teramo  46
Rimini  46
Classifica alla XXXVIII
Modena  53
Rimini  51
Teramo  50

da “Modena F.C. 1912-2012″, a cura di Filippo De Rienzo, Gilberto Guerra, Simonini Alessandro, Modena, 2012, Artioli Editore.

Bologna-Modena 0-3 (0-2), Bologna, Campo dello Sterlino, 14 marzo 1915

La formazione canarina rinnovata sotto la guida di Fresia che si impose nettamente allo Sterlino nel marzo 1915. Da sin. in piedi: Mariani, Minchio, Perin, Fresia, Forlivesi; fila centrale: Bonotto, Roberts, Zanasi; in basso: Vandelli, Borgetti, Secchi. (Archivio Simonini)
La formazione canarina rinnovata sotto la guida di Fresia che si impose nettamente allo Sterlino nel marzo 1915. Da sin. in piedi: Mariani, Minchio, Perin, Fresia, Forlivesi; fila centrale: Bonotto, Roberts, Zanasi; in basso: Vandelli, Borgetti, Secchi. (Archivio Simonini)
Dal campionato di I categoria 1914-15 i canarini erano usciti con le ossa rotte, ultime nel 
girone vinto dall’Inter dei fratelli Cevenini, ma la speranza di poter ricominciare a vincere si 
era accesa a inizio novembre, con l’arrivo di Attilio Fresia, grandissimo centravanti con 
esperienze nel campionato professionistico inglese, che avrebbe anche assunto il ruolo 
di allenatore. Terminato il campionato ingloriosamente, quindi, i gialli sotto la guida di Fresia 
iniziarono a inanellare una serie impressionante di vittorie contro avversari di buono e 
ottimo livello, fino a quando il 14 marzo del 1915, ebbero l’occasione di incontrare il Bologna, 
in gara sulla carta amichevole, per decidere della supremazia regionale. 

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La squadra di Fresia si presentò allo Sterlino nella formazione tipo, accompagnata da oltre 600 tifosi venuti in treno, con quelli che si mossero in automobile, motociclo e biciclette si calcolò che fossero presenti almeno 800 supporter modenesi che all’arrivo a Bologna videro le colonne dei portici tappezzate di manifesti con la scritta“La porta di Fontana è inviolabile!”, tanta era la sicumera dei bolognesi. La partita si mise subito bene quando al 7’ Fresia lasciò partire un tiro violento che Fontana poté solo respingere. Il pallone rotolò verso l’ala destra, verso Mariani che la controllò a seguire e fece secco il portiere rossoblu, uscitogli incontro a valanga, con un pallonetto che si infilò di precisione nell’angolo alto a sinistra. Le centinaia di modenesi esplosero. Il Bologna provò a recuperare e al 22’ ebbe l’occasione per riacciuffare il risultato: Ambrosini concesse un rigore dubbio per un fallo di mano nell’area modenese. Mentre tutti, sugli spalti, trattenevano il respiro, andò sul dischetto del rigore Rivas. Ettore Borgetti si spostò sulla sua sinistra, quello abboccò e calciò rasoterra, ma debolmente, nel buco rimasto aperto, Rino si buttò e parò facilmente.
 
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Vi fu un solo urlo, di rabbia e di gioia, e la partita era virtualmente terminata. Il Bologna sbandò, a due minuti dalla fine del tempo, Fresia appose il suo marchio personale all’incontro. Ricevuto il pallone sulla tre quarti dribblò secco Badini I, e dai 20 metri scoccò un tiro di violenza mai vista che si infilò sotto la traversa della porta di Fontana, lasciato di stucco. Sulle tribunette in legno ormai cantavano solo i tifosi modenesi. Nella ripresa Forlivesi suggellò la vittoria con un contropiede dei suoi: 3-0. Alla fine i tifosi modenesi invasero il campo, portando in trionfo i canarini tra grida frenetiche, poi fecero corteo in Via Indipendenza. 
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Bologna-Modena 0-3 (0-2), Bologna, Campo dello Sterlino, 14 marzo 1915
BOLOGNA: Fontana; Guardigli, Palmieri; Bianchi II, Badini I, Rivas; De Ambrosis, Badini II, Bianchi I, Pera, Pozzi.
MODENA: Borgetti; Vandelli, Secchi; Bonotto, Roberts, Zanasi; Mariani, Minchio, Perin, Fresia, Forlivesi. All.: Fresia.
Arbitro: Ambrosini di Torino
Marcatori:
Modena: Mariani (7’), Fresia (43’), Forlivesi (84’)
Note: presenti circa 800 modenesi, 600 dei quali giunti in treno. Al 22’ Borgetti para un rigore a Rivas.

DIDASCALIE DELLE FOTO DALL’ALTO VERSO IL BASSO
- La formazione canarina rinnovata sotto la guida di Fresia che si impose nettamente allo Sterlino nel marzo 1915. Da sin. in piedi: Mariani, Minchio, Perin, Fresia, Forlivesi; fila centrale: Bonotto, Roberts, Zanasi; in basso: Vandelli, Borgetti, Secchi. (Archivio Simonini)
- Scambio di doni tra i due capitani Fontana e Roberts prima del match. (Archivio dell’autore)
- Fontana a terra, sconsolato, dopo una delle reti canarine. (Archivio dell’autore)
- Vandelli rinvia di prepotenza. (Archivio Vaccari)

da “Modena F.C. 1912-2012″, a cura di Filippo De Rienzo, Gilberto Guerra, Simonini Alessandro, Modena, 2012, Artioli Editore.

24 mar 2014

Arezzo-Modena 2-2 (1-1), Arezzo, Stadio Comunale, 22 marzo 1987

Il Modena che andò il 22 marzo ad Arezzo era una squadra in salute. Tornata a vincere la settimana precedente (1-0 contro il Catania al Braglia) dopo 5 turni di astinenza e nona in classifica (ma a soli tre punti dalla zona promozione) la truppa di Mascalaito contava di poter sconfiggere gli amaranto per nobilitare il primo campionato di B dopo un’assenza di 8 stagioni. Come testimonia il giornale dell’epoca, ci arrivò molto vicina…



XXV. Arezzo-Modena 2-2 (1-1), Arezzo, Stadio Comunale, 22 marzo 1987
AREZZO: Orsi; Minoia, Butti; Mangoni (53′ Pagliari), Pozza, Gozzoli; Dell’Anno, Ruotolo, Di Mauro, De Stefanis, Ugolotti. All.: Riccomini. A disp.: Bastogi, Tei, Ermini, Neri.
MODENA: Meani; Catellani, Torroni; Piacentini, Ballardini, Boscolo; Longhi (46′ Rubino), Santini, Frutti, Bergamo, Rabitti. All.: Mascalaito. A disp.: Ballotta, Re, Mochi, Ferraris.
Arbitro: Di Cola di Avezzano.
Marcatori:
Arezzo: Ruotolo (26′), Ugolotti (rig. 90′).
Modena: Frutti (5′, rig. 48′).
Note: spettatori: 5000 circa, di cui 3694 paganti, per un incasso totale di 65 milioni. Ammoniti: Ballardini, Meani, Butti. Al 39′ Frutti calcia sul palo un calcio di rigore.
Modena beffato allo scadere – Con un discutibile rigore di Ugolotti l’Arezzo agguanta i canarini in vantaggio grazie ad una doppietta di Frutti – Il centravanti però sbaglia un penalty. 2-2

Catellani in marcatura.
Catellani in marcatura.

AREZZO — Si morde le mani Mascalaito. Vedere sfumare il sogno di una preziosa vittoria proprio all’ultimo secondo, causa una eccessiva leggerezza dell’arbitro, nel concedere un rigore assai discutibile agli avversari, non piace a nessuno. Soprattutto, se in precedenza, sempre a proposito di rigori, Frutti ne aveva sbagliato uno. Ma, a mente fredda, è giusto accontentarsi, il risultato va bene così, perché l’Arezzo, sì, ha strappato con l’aiuto di Di Cola il pari all’ultimo secondo, ma in precedenza aveva colpito i legni della porta con Ruotolo, fallito almeno un paio di occasioni-gol, più difficili da sbagliare che da realizzare e tenuto in mano il pallino del gioco per almeno tre quarti dell’incontro. Una sfida a tratti spigolosa, nervosissima nei momenti topici, caratterizzata, come detto, da un altalenarsi di reti e di episodi che alla fine hanno inevitabilmente logorato la lucidità di tutti gli uomini. In campo le formazioni titolari: Riccomini recupera il funambolico Dell’Anno, Mascalaito conferma lo schieramento del dopo-crisi. La partita prendeva subito una direttiva precisa dopo una manciata di minuti. Lancio in profondità di Boscolo per Frutti, l’attaccante raccoglieva in area, si girava tallonato da Pozza e con un preciso diagonale da sinistra a destra infilava Orsi. A quel punto l’attenta disposizione di un Arezzo ancora in fase di studio andava a farsi benedire. La rete subita destava non poco i toscani, che iniziavano un assalto tambureggiante, a parte una piccola parentesi, fino alla fine.
Meani predispone la barriera
Meani predispone la barriera

Il campo si inclinava tutto verso la difesa modenese e per Meani, certamente tra i migliori, iniziava il duro lavoro. Il non perfetto tamponamento a centrocampo dei canarini dava via libera alla riscossa avversaria. Al 12°, Ugolotti staccava in velocità Catellani, e metteva Meani in condizione di salvarsi di piede. 14°, poteva essere il pareggio, ma Mangoni, a pochi passi dalla porta, sparacchiava fuori. Il Modena accusava, si difendeva con ordine ma non trova la forza per imporre il proprio gioco. Al 16°, una punizione di Dell’Anno indirizzata verso l’angolo alto chiamava al lavoro ancora Meani. La sofferenza aretina trovava la giusta ricompensa a metà tempo, una rete cercata a tutti i costi, realizzata da Ruotolo, pronto a sfruttare un violento rasoterra di Dell’Anno. Riequilibrata la situazione, il Modena trovava nuova vivacità. Al 39°, altra emozione, altro angolo, questa volta dei canarini. Bergamo veniva strattonato in area da De Stefanis, rigore netto. Al dischetto andava Frutti, ma il bomber si vedeva respingere la sua precisa conclusione dal palo. Si andava così alla ripresa, il Modena perdeva Longhi per infortunio e Mascalaito inventava un nuovo assetto, con Ballardini centromediano, Catellani libero. Come all’inizio, i primi minuti davano ancora uno scossone alla partita. Ancora un rigore, decretato senza esitazioni dal direttore di gara e ancora Bergamo vittima di turno. Questa volta Frutti aggiustava la mira e per Orsi non c’era nulla da fare.

11111111111il fallo su pagliari,da cui scaturirà il rigore del definitivo pareggio aretino
Il fallo che procurò ai toscani il rigore del pareggio allo scadere.

Oltre al danno della mancata vittoria si aggiunse una beffa che avrebbe influito sul prosieguo del campionato dei gialli. Al termine della gara infatti l’allenatore Mascalaito si accapigliò con il massaggiatore aretino Occhini nel sottopassaggio che conduceva agli spogliatoi, il tutto sotto lo sguardo attento dell’arbitro. Tre giorni dopo il giudice sportivo squalificò il mister veronese fino a tutto il 25 agosto. La squalifica sarebbe stata poi ridotta di 15 settimane, ma al suo ritorno in panchina, il 10 maggio in casa contro il Messina, Gigi avrebbe ritrovato i canarini a soli quattro punti dalla zona retrocessione e  incapaci di vincere per tutta la durata della sua assenza.

Tabellino e notizie da “Modena F.C. 1912-2012″, a cura di Filippo De Rienzo, Gilberto Guerra, Simonini Alessandro, Modena, 2012, Artioli Editore.