MEMORIE GIALLOBLU –
Nuove Regole: 25 gennaio 1925, Juventus-Modena.
Juventus-Modena, partita banco di
prova
È proprio
così. Domenica prossima a Torino, sul lussuoso campo della Juventus, verrà
sperimentata un’importante innovazione riguardante il fuorigioco,
l’insormontabile ostacolo contro il quale vanno a cozzare tutti i dubbi, le
critiche e gli appunti che competenti ed incompetenti muovono all’operato di
quel povero cristo che dirige la partita.
Si
tratterebbe di creare una zona neutra o zona grigia, delimitata da due nuove
linee parallele e trasversali al campo ed equidistanti forse 15 metri, dalla
linea che attualmente divide il campo in due settori di giuoco. Nella fascia
larga trenta metri e lunga quanto è largo il campo, non sussisterebbe per
nessuno il fuorigioco. Di primo acchito risaltano i benefici e gli
inconvenienti del nuovo sistema, poiché, se è vero che esso contribuirebbe a
dare maggiore scioltezza all’azione delle linee attaccanti ed anche a renderle
più pericolose, eliminando quello spezzettamento di azioni che attualmente
stronca, fin dalla loro impostazione, le più belle trame di giuoco, è anche
vero che si verrebbe ad aumentare il già grave compito delle seconde linee che
vedrebbero così di molto aumentato il loro campo d’azione. Se si pensa allo
svolgimento di una partita nella quale una squadra sia all’attacco e che di
colpo venga rovesciata la situazione o con un lungo rimando o con una fuga
individuale, ben si vede in quale gravosa situazione viene a trovarsi la linea
mediana che fino allora, addossata alla sua prima linea per sostenerne
l’azione, deve precipitarsi da aiuto alla propria difesa.
L’handicap
che rende precaria la situazione della seconda linea, oltre che dall’iniziativa
dell’azione e dal fatto di poter sostare, come ora, gli attaccanti avversari
sulla linea di mezzo del campo senz’essere fuorigioco, verrebbe aggravato dai
15 metri che separano la line di mezzo dalla nuova linea delimitante la zona
neutra. Se ciò sembra poco considerando la distanza sulla carta, diventa enorme
se si riflette che bastano alle volte dei decimetri per rendere impossibile ad
un giocatore di entrare in azione o, per meglio dire, per ostacolare con la sua
azione quella dell’avversario.
Da ciò
facilmente si deduce il peso che verrebbe addossato alle estreme difese e, se
verrà approvata la zona grigia, siamo certi che le partite non si chiuderanno
più con risultati inglesi. I goals fioccheranno sia per l’aumentata efficienza
delle linee d’attacco, beneficiate di 15 metri di campo, sia per la gravità del
compito delle difese le quali potrebbero contare molto meno dell’aiuto sulle
proprie linee mediane. Comunque vedremo, cioè vedranno i competenti radunati a
Torino dal massimo Ente calcistico per giudicare l’esperimento. Non sappiamo
per quali ragioni è stato scelto l’incontro Juventus-Modena per servire di
banco di prova alle esperienze dei ricercatori di pastoie e di complicazioni
per il classico giuoco. Certo è che le due squadre che capeggiano i loro gironi
debbono ascrivere a loro onore tale scelta, la quale esprime un indiretto ma
sicuro giudizio sulla loro elevata classe e sulla considerazione nella quale
sono tenute nelle alte sfere calcistiche.
L’incontro
di domenica prossima assurgerà ad un’importanza ben superiore a quella delle
consuete partite amichevoli. Le squadre in campo sono ambedue alla testa dei
rispettivi gironi e sarà perciò interessante un confronto, che non sarà
soltanto quello tra le due squadre, ma avrà il suo riferimento al gruppo
capeggiato dalle squadre stesse. È più forte il girone A o quello B? la
risposta, per quanto empirica, verrà fuori domenica prossima a Torino e siamo
certi, qualunque essa sia, che essa dirà che le due squadre contendenti per la
loro classe, per le eccellenti qualità del loro giuoco, per i valori che
racchiudono, ben meritano di essere alla testa del movimento calcistico
italiano. Sarà una partita interessantissima e cavalleresca al sommo grado
poiché è noto come sia apprezzata ed ammirata la squadra del Modena negli
ambienti torinesi.
I canarini
hanno un compito non indifferente da assolvere: quello di dimostrare di essere
sempre quelli e possibilmente migliorati della memorabile partita giuocata
all’inizio dell’attuale stagione calcistica contro il Torino e che fa epoca per
il suo cavalleresco e tecnico svolgimento. Da questo si spiega la morbosa
attesa torinese per la partita che metterà di fronte i valorosi striscioni
della Juventus dal giuoco vivace e pieno di foga alla tecnica ed abilità dei
canarini. Pronostici? Sarebbe assurdo tentare di farli poiché siamo convinti
che, non essendo una partita di campionato, la vittoria dipenda da innumerevoli
fattori, ma possiamo però affermare che, quantunque sarà l’esito della partita,
i canarini ne usciranno con la loro fama intatta, anzi accresciuta da un’altra
convincente prova della loro alta classe e della loro indiscutibile tecnica.
Il ritorno all’antico
sull’interpretazione del Regolamento del Football
Nell’ultima
seduta della Commissione Tecnica della Federazione Italiana Giuoco Calcio sono
state fissate alcune norme per la precisa interpretazione delle regole che
disciplinano il giuoco del football e ciò perché precedenti commissari, per la
mania del nuovo, avevano falsato lo scopo di quelle regole dando loro
interpretazioni cervellotiche e alle volte in perfetto contrasto con lo spirito
del regolamento.
Una delle
principali deliberazioni si riferisce all’opportunità di sospendere gli
incontri in caso di menomata visibilità del campo. D’ora innanzi, come dieci
anni or sono, del resto, basterà che da una porta non si arrivi a scorgere
l’altra perché l’arbitro sospenda la partita e se questa interpretazione fosse
stata in vigore un paio di mesi or sono la partita di Milano non avrebbe
lasciato le sue tristi conseguenze.
Altra
deliberazione importante è quella che ripristina il valore dell’area della
porta, in quanto stabilisce che in essa il portiere non può essere caricato,
abbia o non abbia il pallone. Ciò giunge opportunamente ad annullare il
controsenso di un’area che fino a ieri era segnata senza che se ne potesse
scorgere il motivo e rida quell’autonomia e quella libertà d’azione al portiere
che il suo specialissimo posto richiede. D’altro canto, in quell’area, il
portiere non può ostacolare l’azione degli avversari, qui vi è molto del sibillino
e se ulteriori comunicati esplicativi non vengono a diradare quanto di oscuro
vi è in queste norme, siamo certi che esse serviranno da ottima esca per far
diventare furenti i pubblici i quali non sapranno certamente darsi ragione di
goals concessi e di altri inspiegabilmente annullati. In altre parole l’arbitro
vede accrescere attorno a lui le possibilità di falsare l’esito delle partite
con deliberazioni che, per il loro ingarbugliato e incomprensibile movente,
possono servire a salvare le più pericolose situazioni. E ciò, come passo verso
la volgarizzazione e l’elevamento educativo dello sport del calcio, riesce
perfettamente allo scopo… opposto. È stata pure ripristinata l’antica regola
che fissava il limite del campo alla linea tracciata dai due pali della porta e
non quella sulla quale appoggia a terra la rete. Ciò vuol dire che se un
attaccante viene a trovarsi in fondo alla rete quando un suo compagno segna un
goal, il punto è perfettamente valido in quanto l’uomo nella rete, essendo
fuori dal campo non è in offside; ben inteso che il giocatore nella rete non
deve ostacolare né disturbare in alcun modo il giuoco degli avversari.
Altre
disposizioni riguardano le sanzioni che può prendere l’arbitro nei riguardi dei
giocatori i quali manchino ai doveri di educazione non solo verso l’arbitro e
verso gli avversari ma anche verso il pubblico. In ogni caso egli può espellere
il giocatore ineducato come può espellere o fare espellere dal campo quegli
spettatori o quei dirigenti che con il loro contegno turbassero il regolare
svolgimento della partita. Perché poi nelle loro deliberazioni i membri della
Commissione Tecnica sono andati a pescare la categoria “dirigenti”, non
sappiamo. Non sono forse spettatori come gli altri quando assistono ad una
partita e perciò conglobabili in questa categoria? Oppure in qualche caso hanno
dimostrato la loro maturità sportiva in maniera tale da richiedere una
distinzione speciale? Comunque quest’accenno, non certo lusinghiero, dei
Commissari Tecnici all’elite degli sportivi stona alquanto per chi abbia la
convinzione che il dirigente di una società sportiva debba servire per la sua
temperanza e per il suo contegno in campo da modello ai consoci. Certo è che
con questa deliberazione saranno temperate quelle invadenze che non hanno
cagione di esistere e che servono ad altro scopo se non a complicare le più
banali situazioni.
25 gennaio 1925
L’altalena dei canarini continua.
Juventus batte Modena 5-1
Squadre a centrocampo con l’arbitro Mauro prima dell’inizio della gara |
Come è
naufraga ogni speranza di affermazione dei canarini nella partita che li ha
messi di fronte agli striscioni della Juventus, così sono naufragate le
innovazioni tentate circa il fuorigioco e le cariche al portiere le quali,
all’atto pratico, hanno dimostrato la loro inutilità ed hanno convinto il
Presidente dell’AIA, avv. Mauro, che ha arbitrato la partita, ad abbandonare
ogni idea sulla loro ulteriore applicazione.
Se è per
questo possiamo essere grati alla partita di Torino, la quale ha servito, se
non altro di buono, ad allontanare la minaccia di altre modificazioni, con
relative confusioni, al regolamento del football.
La partita
di ieri ha avuto il suo svolgimento su un terreno oltremodo pesante e alla
presenza di un numeroso pubblico che è rimasto alquanto deluso poiché è
risaputo come era atteso il Modena alla prova che doveva riconfermare i
brillanti successi ottenuti nella sua recente vittoriosa tournèe svizzera. La
dolorosa impressione lasciata dalla squadra canarina cancella, negli ambienti
torinesi, il ricordo della bella partita giocata al principio del girone
d’andata contro il Torino e non sarà lieve e breve fatica quella della
riabilitazione.
È ben vero
che il Modena può far appello alle attenuanti che gli pervengono per aver
giocato privo di Forlivesi e Scaltriti; è anche vero che la partita di ieri,
essendo stata amichevole e non di campionato, non ha quell’importanza da meritare
critiche e rimbrotti, ma è purtroppo vero che, nonostante questo, la penosa
impressione sul giuoco dei canarini rimarrà e sarà variamente commentata per mettere
vieppiù in luce l’asserita differenza di forze tra i due gironi. Non crediamo
opportuno analizzare le cause della debacle torinese anche perché non ci
sentiamo di inquinare con le nostre osservazioni le opinioni dei competenti, i
quali troppo spesso e volentieri affermano che la squadra del Modena giuoca
meglio fuori del suo campo perché lontano dalla petulante e, quanto pare,
sgradita assistenza dei suoi supporters e perciò ci limitiamo ad una succinta
cronaca della partita salvo a ritornare sull’argomento quando gli effetti di
tale partita e quelli del “trainaggio a quattro” saranno nel loro pieno
sviluppo.
Ieri a
Torino, il migliore dei canarini in campo è stato Mazzoni, la giovane e
promettentissima recluta. Gli altri non hanno giuocata la loro migliore
partita.
Subito, al
secondo minuto del primo tempo, i canarini subiscono il primo goal segnato da Munerati,
il quale aveva ricevuto il pallone da Gambino in netta posizione di fuorigioco,
sia con il vecchio che con il nuovo regolamento. Segna il secondo punto per la
Juventus,
La seconda rete di Ferrero |
Ferreri al
22° minuto del primo tempo e al 44° segna il terzo goal ancora Ferreri con uno
spettacoloso tiro. Nella ripresa il Modena fa scendere in campo Silingardi al
posto di Vezzani, messo fuori di combattimento da un calcio e la Juventus
sostituisce Bigatto con Roberti. Il Modena attacca deciso e al 3° minuto
Winkler segna l’unico goal dei canarini raccogliendo un magnifico passaggio di
Mazzoni. Non sono ancora passati due minuti dal goal del Modena che Munerati,
riprendendo una cannonata di Rosetta respinta dal palo, segna il 4° goal per la
Juventus ed è al 9° minuto che Ferreri riprende un palo di Munerati e segna il
5° ed ultimo goal della Juventus. Solo ora si scuote il Modena ma le sue
azioni, benché siano molto minacciose, vengono infrante dall’ottima difesa
juventina. È soltanto verso la fine della partita che la Juventus può
riprendere il comando, senza per altro poter aumentare il già cospicuo bottino
di goals.
Foto di insieme |
A seconda
del punto di vista dal quale si considera la batosta di Torino si possono
trarre più o meno soddisfacenti conclusioni, ma in ogni caso calza a pennello
la frase ormai storica che suggella le catastrofi canarine: “il Modena ha
pagato da gran signore” e… senza preoccuparsi troppo di verificare il conto,
aggiungiamo noi riferendoci alla nebulosa partita di Milano.
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