Memorie gialloblu – A
star is born
La squadra canarina fotografata prima della gara dinnanzi al Battistero di Pisa. |
14 dicembre 1924. Un Modena costruito in estate per vincere
il campionato, reduce dall’inopinata sconfitta subita nella giornata precedente
a Milano contro l’Internazionale, si recò da prima della classe all’ombra della
Torre Pendente per disputare la IX giornata di campionato contro il Pisa,
secondo in classifica ad un punto di svantaggio dai canarini. La dirigenza
canarina aveva cercato di non lasciare nulla di intentato per provare a
raggiungere il massimo alloro calcistico e, ad una formazione ormai consolidatasi
in vari anni di partecipazione alla massima serie calcistica, aggiunse due
ungheresi: Winkler e Tioschi. Il cammino dei gialloblu fu spedito e le due
stelle magiare si dimostrarono pari al valore che ci si attendeva: forti,
tecnici, veri terminali dell’agile e pratica manovra gialloblu. Ma già dalla
fine di novembre Tioschi, il più tecnico dei due ungheresi, cominciò a
denunciare scompensi respiratori (gli stessi che lo condurranno alla morte
all’inizio del gennaio successivo) e, vista anche l’opaca prova disputata sul
campo dell’Internazionale, il tecnico Laszlo Gonda, anch’esso magiaro,
anch’esso assunto per l’obiettivo massimo, decise senza indugi di gettare nella
mischia un sedicenne che si era messo in luce nelle formazioni giovanili e
riserve, Alfredo Mazzoni. Cresciuto alla scuola di quell’asso calcistico che
portava il nome di Attilio Fresia, Mazzoni aveva cercato di assorbire tutti i
trucchi nel calciare la palla del maestro torinese, e, seppur non dotato di
grandissimo coraggio in un calcio fatto di uomini duri, tanto da meritarsi il soprannome
di “caffelatte”, il nostro Alfredo aveva dimostrato di avere tutte le
caratteristiche necessarie per sfondare: tecnica sopraffina, grande senso del
gioco e della posizione, ed un fisico che si era andato sempre più strutturando
verso una maturazione atletica notevole per l’epoca.
A Pisa il Modena giocò una gara gagliarda contro un
avversario che non lasciò nulla di intentato per poter raggiungere la testa
della classifica.
Ripreso dalle cronache dell’epoca:
Al 20° del primo tempo avviene la
fase risolutiva della partita. Su fallo dell’half laterale sinistro del Pisa,
Winkler tira la punizione da circa 25 metri. Anziché puntare verso la porta
avversaria, Winkler sposta il suo tiro leggermente a sinistra. Vezzani e
Mazzoni che hanno intuito il tiro s’incuneano contemporaneamente al ball tra i
terzini avversari e Mazzoni, giocando d’astuzia il pallone, lo manda ad
adagiarsi nell’angolo destro della rete del Pisa senza che il portiere possa
tentare la parata.
Immagine della rete, commentata dallo stesso Alfredo Mazzoni. |
L’altro eroe di giornata fu il portiere Brancolini che al
37° parò un dubbio rigore assegnato ai toscani.
Nonostante i veementi attacchi pisani, la difesa modenese
resse ed il Modena confermò e consolidò il suo primato. Ecco le pagelle del
cronista dell’epoca:
Del Modena tutti hanno giuocato bene
e con volontà indomabile; è risaltata però la splendida partita giocata da
Brancolini e che è degna dei suoi tempi migliori, e da Mazzoni, il neo-promosso
alla prima squadra. Winkler si è prodigato a tutt’uomo e Pedrazzi, come al
solito, ha costituito un ostacolo quasi insormontabile. Boni e Scacchetti,
lavorando d’intesa e con giudizio, hanno spezzato azioni su azioni senza mai
lasciarsi sorprendere; Vezzani si è prodigato sino all’impossibile e prova ne
sia il suo svenimento alla fine della partita; Scaltriti e Dugoni, Forlivesi e
Breviglieri sono stati all’altezza della loro fama. Tutti si sono gettati nella
battaglia con la ferma volontà di vincere ed hanno vinto. A tutti il nostro
plauso sincero.
L’elenco dei
calciatori qui riportato è il simbolo di quello che lo stesso Mazzoni (poi
allenatore dell’altrettanto storica formazione che raggiunse il terzo posto in
A nel 1946-47) definì “il Modena più bello di tutti i tempi”. In porta un
piccoletto dallo scatto felino e dall’indomito coraggio, quale Fausto
Brancolini, una cerniera difensiva composta dal “dutor” Fausto Boni,
tecnicamente uno dei più grandi difensori canarini di tutti i tempi, e dal più
sbrigativo Vittorio Scacchetti. La mediana costituita dall’onnipresente
centromediano Bonifazio Scaltriti, lungagnone capace di impostare l’azione e di
andarla anche a concludere dall’alto dei suoi due metri. Mediani laterali due
grandissimi calciatori, il taciturno quanto utilissimo Aldo Pedrazzi, e la
stella più fulgida della nidiata canarina: quel Bruno Dugoni che aveva le
stimmate del calciatore moderno, capace di fare tutto all’interno del campo di
gioco. L’attacco vedeva alle ali Italo Breviglieri, due soldi di cacio, veloce
e tecnico, e l’affermatissimo “Pippo” Forlivesi, ala di valore Nazionale ed
internazionale. A smistare il gioco un altro calciatore inimitabile, quale
Luciano Vezzani, genio tecnico e sregolatezza comportamentale. A finalizzare la
manovra, definita da tutti i cronisti dell’epoca, con il termine di classica,
visto che a Modena per varie ragioni si era instaurata una vera e propria
scuola tecnica, i due ungheresi, esponenti del miglior calcio continentale
europeo, quello danubiano: Robert Winkler e Dezso (Tioschi) Tichovszky.
Nessun commento:
Posta un commento