28 nov 2013

Luca Mariani



Luca Mariani
MODENA - Correva l’anno 1894. Il football in Italia era solo un’ipotesi, a Modena un termine forse occhieggiato da pochissimi incuriositi lettori su qualche quotidiano nazionale. Il 23 novembre in casa Mariani, una famiglia benestante cittadina, si festeggiò la nascita di un bimbo, a cui venne messo il nome di Luca. Luca Mariani crebbe sui passi del fratello maggiore, Ugo, frequentando le scuole medie e superiori cittadine, componente di quella agiata borghesia nella quale si sarebbero formati i quadri dirigenti della realtà modenese.
La crescita impetuosa del successo del nuovo sport in Italia ebbe sicuramente un impulso anche nella nostra città. Inizialmente inteso come espansione dell’attività ginnica (probabilmente anche a Modena), il football si sviluppò a Modena in modo scapigliato alla fine del primo decennio del primo secolo. Il primo documento ufficiale giunto a noi, l’atto costitutivo della Associazione Studentesca del Calcio (ACSM), nel gennaio 1910, risulta essere assieme la fine dell’approssimazione nelle probabili costanti sfide che si erano sempre più verificate in ambito cittadino, forse tra squadre spesso costituite in modo del tutto caotico, e l’inizio di una volontà di darsi una struttura più solida e di ampliare gli orizzonti del football modenese nel più ampio panorama (almeno) regionale. La denominazione stessa della società testimonia in quale ambito sia nato e si sia sviluppato il nuovo sport sotto la Ghirlandina: le scuole. La costituzione della nuova società vedeva in prima fila studenti agli ultimi anni delle scuole superiori e studenti universitari, questi ultimi provenienti anche da realtà già più evolute calcisticamente (Torino, Caresana, ecc.), oltre che a quell’Ugo Mariani, fratello di Luca. L’ambizione fu subito quella di cimentarsi in un campionato federale, nel quale poter valutare i progressi fatti nel gioco. Dalle cronache del tempo, più che di vera e propria tecnica si potrebbe parlare di agonismo e di passione: questi giovani non partecipavano soltanto al football, ma gareggiavano, sovente eccellendo, nelle svariate attività sportive in voga al tempo.
Il successo che ebbero sia le gare amichevoli organizzate, che i campionati ai quali partecipò l’ASCM (parliamo di pochissime gare) propagò ulteriormente la febbre per il nuovo sport. Un'unica squadra non era forse sufficiente ad esprimere l’ampia voglia di football, soprattutto tra i giovanissimi, cosicché alla fine del 1911 sorse in città una nuova realtà, l’Audax, espressione dei giovani ginnasiali del Liceo San Carlo, tra i quali risultò figurare un giovanissimo Luca Mariani.

Tessera di Mariani
Frattanto l’ASCM, nella primavera del 1912, vinceva il suo secondo campionato (promozione) guadagnandosi il diritto di richiedere l’iscrizione al campionato di I categoria, massima espressione nazionale del football. Contemporaneamente, vista la presenza di una nuova squadra in città, non pochi furono gli incontri e la rivalità tra le due realtà cittadine. In casa Mariani era una sorte di lotta tra fratelli, ogni gara probabilmente preceduta e seguita da sfottò di ragazzi appassionati.
L’obiettivo di poter accedere alla massima serie nazionale fu forse la ragione per la quale prese sempre più piede la considerazione che fosse necessario non disperdere le forze in sfide intestine alla città. E molto probabilmente in casa Mariani questo sentimento era ancor più forte. Il 5 aprile 1912 si costituì la nuova società, il Modena Foot-Ball Club, che doveva essere l’espressione della voglia di raccogliere le nuove sfide, convogliando le migliori forze delle due realtà.
Il giovane Luca Mariani si dimostrò da subito uno degli elementi di forza della nuova formazione: ala sinistra dal buon fisico, dalla buona corsa, dalla tecnica superiore alla media della squadra. Oltre a ciò, dalle testimonianze dell’epoca, doveva trattarsi anche di un calciatore innamorato della sfera di cuoio: non infrequentemente il pubblico, che via via andava incrementandosi, si spazientiva e gridava “Lòca, pasa la bocia”, testimonianza dell’amore per il gioco individuale del nostro, sebbene avesse capacità innate di servire i compagni. Luca fu sempre un punto di forza, sebbene dovette fare i conti prima con l’arrivo di un campione della forza di Pippo Forlivesi, trasferendosi all’ala destra, e poi di Fresia, che decise di avvalersi delle sue giocate. La sua carriera calcistica fu sovente interrotta dagli obblighi militari, sempre onorevolmente assolti, guadagnandosi una croce di guerra ed una medaglia di bronzo al Valor Militare.
Al ritorno dalla Guerra, dopo aver chiuso la sua carriera nel dicembre del 1919, Mariani si laureò in Ingegneria nel 1922, ma non abbandonò la vecchia passione per i colori canarini, richiamato a compiti di Commissario Tecnico Unico (l’Allenatore dei tempi moderni) negli anni ’20, oltre che nelle vesti di Consigliere, e successivamente partecipando alle gare tra veterani, ormai quasi quarantenne negli anni ’30.
Nella sua ultradecennale presenza nei quadri societari, cercò sempre di trasmettere la sua signorilità all’ambiente, qualità che il sodalizio canarino mantenne nel tempo ben oltre l’affermarsi del calcio professionistico.

Liberamente tratto da “Modena F.C. 1912-2012”, Artioli Editore.

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