25 mar 2014

Quando gli uomini portavano i baffi

Favoriti, a manubrio, a penna, a spazzolino, i baffi sono da sempre simbolo di virilità: intimoriscono e seducono, separano i generi meglio di una quota rosa e dividono il mondo tra presente e futuro.
Bellinazzi, il 'BAFFO'
Bellinazzi, il ‘BAFFO’

Un uomo i baffi li ha o vuole averli. Uno che li aveva era Roberto Bellinazzi da Caorle, centravanti classico, di lotta e di bombarda, del Modena di Galbiati. Arrivato a Modena nell’ottobre 1974 conquistò il pubblico del Braglia già alla sua terza presenza, realizzando la rete del successo di misura sulla Massese. Ben presto si dimostrò attaccante dalle qualità superiori, completo e capace di andare a rete in tutti i modi. Scaltro e rapinoso in area, fortissimo di testa nonostante la statura media, tirava indifferentemente con entrambi i piedi e inquadrava la porta da qualsiasi posizione. Poi, soprattutto, aveva i baffi: un paio di Chevron folti e irsuti che facevano da pendant perfetto alla chioma ricciuta e ispida e gli conferivano un aspetto da vero e proprio Attila dell’area di rigore. Fu una mezza rivoluzione, un cambiamento epocale perchè erano decenni che non si vedeva un baffo al Braglia. Qualche anno prima, a cavallo tra i ’60 e i ’70 qualcuno aveva sporadicamente sfoggiato un paio di baffi, ma erano baffi anemici e radi, quasi da sembrar posticci, come quelli di Gibellini e Mazzoli, oppure avevano avuto vita troppo breve come il bel “mezzo manubrio” di Vellani nella sua ultima stagione canarina (1971). Era, quello, un bel baffo nero, sufficientemente curato, ma aveva il difetto di adornare un volto scarno di un giocatore dal fisico mingherlino, un terzino solido e tenace, veloce e lottatore, ma pur sempre un terzino.
Duilio 'Gable' Setti
Duilio ‘Gable’ Setti

C’era stato, è vero, anche il giovane baffo di Paolo Conti, futuro portiere da Nazionale, ma era stato un pelo di passaggio, un mustacchio destinato a lasciare il segno altrove. Poi basta; non un baffo negli anni ’60, gli anni di “fatti mandare dalla mamma” in cui anche il terzino più rude aveva il volo glabro come quello di un bambino; non uno nei ’50 quando i canarini erano squadra di onesti lavoratori, sempre in ordine, figli della guerra. Per trovare un baffo degno di nota bisogna risalire agli anni ’30, quando il prodigioso terzino Duilio Setti sfoggiava un bel paio di baffetti alla Clark Gable. Era un bel tipo quel Setti, un terzino possente e tecnico che amava l’opera e avrebbe vinto due scudetti con l’Ambrosiana-Inter di Meazza, ma non fece scuola e accanto a lui la squadra era soprattutto formata giovani canarini implumi, più tecnici che arrembanti, cui i baffi sarebbero cresciuti, forse, in altre piazze. Ma i baffi ci furono, eccome se ci furono, negli anni ’10, nel Modena che declinava il suo nome come Foot-Ball Club, il Modena dei fondatori e dei pionieri. Erano i baffi di Ventura, l’uomo venuto da Bisceglie con il primo pallone di cuoio, baffi neri su pelle olivastra, o quelli del veneto Zorzi, che alternava i baffi a penna agli ormai desueti baffi a spazzola, oppure quelli accennati di Secchi, di Raffaldini, di Mariani. Sembrava che tutti avessero i baffi. I più belli però, i veri antesignani di quelli di Bellinazzi, furono i baffi di Atiilio Fresia, il più forte giocatore che abbia mai vestito la maglia canarina.
I baffi quasi umbertini di Atillio Fresia
I baffi quasi umbertini di Atillio Fresia

Aveva un paio di baffi perfetto il Fresia, folti neri e spessi, con un finale ricurvo che minacciava di trasformarsi in un “Umberto I” da antologia. E poi era forte, fortissimo, toccava la palla come nessuno, segnava e faceva segnare, era il centravanti perfetto. Baffi a parte il Bellinazzi era di tutt’altra pasta: uno spadista più che un fiorettista, un centravanti da “sburlonate” più che un fine dicitore. Ma non si tirava mai indietro e non si tirò indietro neanche quel 1 giugno del 1975 quando il Modena primo in Serie C ospitò per la quartultima di campionato l’Empoli di Ulivieri, tranquillo a metà classifica. Non stava bene quel giorno “Baffo-gol” Bellinazzi, mancava da due settimane per una seria forma di orecchioni che lo aveva colpito alla vigilia della gara con la Lucchese e aveva saltato anche la partita di Novi Ligure, persa malamente dai gialli che avevano così visto ridotto il loro vantaggio sul Rimini a soli due punti. Andò in campo privo di allenamento e giocò male, sprecò una grande occasione da rete e si prese un giallo per proteste, ma lottò come un leone, noncurante dei mugugni che si accentuarono quando a 3 minuti dalla fine l’empolese Bonaldi trovò il gol del definitivo 2-2. Non era uomo da rassegnarsi Bellinazzi e lo dimostrò la settimana successiva a Livorno quando segnò la terza rete nel 3-1 che spinse i gialli a un passo dalla Serie B. Ce ne vorrebbero anche oggi di baffi così, in un Modena che di virile ha poco e nulla,palesemente privo di una identità tecnica e di voglia di lottare fino alla fine. Arriva di nuovo l’Empoli al Braglia, e le parti sono invertite, con i toscani in piena zona promozione e i canarini nel mezzo dell’ennesimo anonimo campionato di Serie B: sperare non costa nulla e non è mai troppo presto per farsi crescere i baffi.
1.6.1975. Modena-Empoli 2-2. Spingardata di Baffo-gol Bellinazzi
1.6.1975. Modena-Empoli 2-2. Spingardata di Baffo-gol Bellinazzi


XXXV. Modena-Empoli 2-2 (1-0), Modena, Stadio Alberto Braglia, 1 giugno 1975
MODENA: Geromel; D’Amico, Matricciani; Bellotto, Gibellini (25’ Mazzoli), Piaser; Colombini, Ragonesi, Bellinazzi, Zanon, Gravante.
All.: Galbiati.
A disp.: Bandieri, Boscolo.
EMPOLI: Testa, Saccoccio, Scarpellini; Radio, Zanutto, Lenzi; Biliotti (70’ Londi), Novellino, Bressani, Farinelli, Bonaldi.
All.: Ulivieri.
A disp.: Mori, Palmo.
Arbitro: Esposito di Torre Annunziata.

Marcatori:

Modena: Zanon (34’), Colombini (58’)
Empoli: Saccoccio (50’),Bonaldi (86’)
Note: terreno in buone condizioni, tempo afoso. Spettatori 7.500 ca. di cui 5.909 paganti per un incasso di L. 14.459.000. Ammoniti Colombini e Bellinazzi per proteste e Biliotti per gioco scorretto. Angoli: 6-3 (3-1). Negativo il sorteggio antidoping.

Classifica alla XXXIV
Modena  47
Teramo  45
Rimini  45
Classifica alla XXXV
Modena  48
Teramo  46
Rimini  46
Classifica alla XXXVIII
Modena  53
Rimini  51
Teramo  50

da “Modena F.C. 1912-2012″, a cura di Filippo De Rienzo, Gilberto Guerra, Simonini Alessandro, Modena, 2012, Artioli Editore.

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